L'esperienza di uno sviluppatore freelance

L'esperienza di uno sviluppatore freelance

Intervista a Matteo De Prezzo, sviluppatore freelance in BitBoss

Abbiamo intervistato Matteo De Prezzo, sviluppatore freelance che collabora con BitBoss. Il nostro obiettivo era capire come un giovane sviluppatore affronta le difficoltà e le sfide della sua professione, perché ha scelto di fare questo mestiere e quale percorso l’ha portato ad essa. Abbiamo cercato di capire come si muove per trovare nuovi clienti, come fa ad aggiornarsi per rimanere al passo con la tecnologia e come vede il futuro della programmazione.

Raccontaci un po’ di te: come hai iniziato a fare lo sviluppatore?

Mi sono avvicinato al mondo della programmazione durante il liceo. All’inizio mi sono appoggiato ad alcuni amici che avevano delle attività avviate nell’ambito dello sviluppo web: in questo modo ho iniziato ad addentrarmi un po’ di più nella professione. La primissima esperienza di lavoro vero e proprio l’ho fatta come dipendente in un’azienda di editoria di Lecce, che però sviluppava siti web solo con WordPress. Non essendo pienamente soddisfatto, decisi di cercare opportunità diverse che prevedessero l’uso di tecnologie e linguaggi un po’ più complessi. Dopo qualche settimana di ricerca, sono entrato a far parte di un progetto per lo sviluppo di una piattaforma con Laravel. Decisi quindi di aprire partita IVA: ero un po’ timoroso all’inizio, sono sincero… ma per fortuna sta andando tutto bene. Dopo qualche mese ho sottoscritto il mio primo contratto di lavoro stabile. Al momento, oltre al lavoro in azienda, sto gestendo altri clienti con altre aziende che sviluppano prodotti digitali.

Cosa usi per mantenerti aggiornato?

Solitamente uso LinkedIn, anche se devo dire che il passaparola è sempre molto efficace. A volte mi è capitato di trovare offerte su alcune community specializzate. In futuro non mi dispiacerebbe fare un po’ di personal branding.

Al momento lavori ancora da casa o ti rechi in azienda?

Prima del Covid andavo sempre in ufficio, ora stiamo mantenendo lo smart working. Penso che finché la situazione non si normalizzerà, continueremo così.

Avendo provato entrambe le modalità, quale preferisci e perché?

Così su due piedi ti direi 50 e 50. Quando vado in ufficio mi piace il confronto con i colleghi e con gli altri sviluppatori, mentre a casa comunque si è da soli ed è un po’ alienante. Dall’altra parte però è anche vero che a casa si è sottoposti a meno stress e pressione. Secondo me comunque, quando si lavora da casa si hanno meno distrazioni e di conseguenza si è più produttivi.

Lavorando con più aziende, come ti organizzi il lavoro?

Solitamente lavoro per priorità e uso ClickUp come tool di supporto. In precedenza ho lavorato con aziende che assegnavano task tramite mail oppure chat (non era proprio il top!). Il vantaggio di usare strumenti come ClickUp o Trello è decisamente l’aumento di produttività legato ad organizzazione più precisa e puntale. Banalmente il fatto di stabilire delle scadenze permette di avere la consapevolezza di cosa si sta facendo e di dove si sta andando.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del lavorare in team?

Beh con l’appoggio di un team i problemi e le situazioni si risolvono decisamente più in fretta. Come svantaggio direi che in generale il team per funzionare bene deve essere coeso e allineato sugli obiettivi, altrimenti può capitare che da più teste messe insieme nascano incomprensioni e confusione riguardo a dove si sta andando.

Quant’è importante avere un project manager o un coordinamento preciso?

Personalmente lo ritengo importantissimo. Avere una persona che media tra te e il cliente e che ti guida nelle decisioni da prendere è fondamentale per la buona riuscita di un progetto digitale. Ad oggi ancora non mi è capitato di trovarmi ad essere il leader di un progetto, però in futuro sicuramente mi piacerebbe.

Cosa diresti e consiglieresti ad un ragazzo di 15 anni che sogna di fare lo sviluppatore?

Gli direi sicuramente di coltivare questa passione, ma soprattutto di avere la costanza di rimanere aggiornato e la voglia di scoprire sempre qualcosa di nuovo. Le tecnologie cambiano tutti i giorni e se non si sta al passo si rischia di rimanere indietro.

Come evolverà la figura dello sviluppatore?

Sicuramente è un lavoro che non vedrà crisi. Guardiamo solo alla situazione che si è creata a causa del Covid: le aziende hanno dovuto reinventarsi e puntare di più sul web. L’implementazione delle piattaforma online per comunicare con gli utenti è decisamente in crescita. La mia impressione è che ci sarà sempre domanda. Quello che cambieranno saranno sicuramente le tecnologie utilizzate e se ci sarà un cambio di direzione ci si adatterà alle evoluzioni del mercato.